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Aspettando il campionato, Pesaro: nuovo ciclo, vecchie ambizioni. “E questo è Miguelìn…”

Feldi Eboli (LEGGI IL FOCUS) e L84 (LEGGI IL FOCUS) si sono presentate, senza nascondersi, mettendo sul piatto sogni e obiettivi per la nuova stagione. Un posto in prima nella quarantesima edizione della Serie A non può non averlo l’Italservice Pesaro. 

Chissà se l’idea di Fausto Scarpitti non sia balenata nell’ultima Final Four del PalaVesuvio, quando un Italservice Pesaro epico ma stremato dall’impresa compiuta in semi con il Napoli cadde alla decima finale consecutiva proprio contro il Real San Giuseppe di Fausto Scarpitti. Coincidenza o meno, ora l’allenatore molisano siede proprio sulla panchina di uno dei club più iconici del futsal moderno.

LA SCELTA – Poteva partire dal lì Fausto Scarpitti, dal dna di una società, quella della famiglia Pizza, nata per alzare trofei. Lo poteva fare, ma non l’ha fatto. La sua visione è un’altra. “La principale motivazione che mi ha spinto a rispondere alla chiamata dell’Italservice Pesaro è la possibilità di iniziare tutti insieme un nuovo ciclo”. Sbagliato pensare a uno Scarpitti che entra in punta di piedi in un club blasonato come l’Italservice. “Ripartiamo con l’umiltà di chi ha un progetto a medio termine: non c’è la necessità della ricerca della vittoria subito – sottolinea – ma vogliamo lavorare per potercela costruire. Mi avevano detto che qui c’erano tutte le condizioni ideali per lavorare, in questo pre-campionato le sto toccando con mano”. L’allenatore dei rossiniani si mette in fila, come chi parte per arrivare fino in fondo. “C’è troppo equilibrio, impossibile fare pronostici, 8-9 squadre ambiscono ai playoff, la regular season servirà ad avere le idee più chiare”.

IL COLPO – La 40esima edizione della Serie A deve ancora cominciare, ma l’Italservice Pesaro è riuscito già a fare clamore. Sì perché l’imminente regular season sarà impreziosita da Miguel Sayago Martí, al secolo Miguelìn: senza sciorinare la sua carriera da top player, semplicemente uno dei giocatori che ha scritto la storia del futsal a livello globale, uscendo dal semplicistico concetto di “player”, un volano a livello mondiale per la disciplina sportiva con il pallone a rimbalzo controllato. “Senza dubbio un personaggio universalmente riconosciuto – spiega Scarpitti – e si vede in tutto quello che fa. Eppure qui non si è mai messo in vetrina, ma solo a disposizione degli altri. Ascolta, ha testa e grandi qualità nelle letture di gioco e nel passaggio”.



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